Umberto Eco, dopo aver accennato al tema in Opera aperta, approfondisce in Lector in fabula il problema dei limiti dell’interpretazione, chiedendosi fino a che punto l’interprete possa essere libero rispetto alla struttura del testo. Ne I limiti dell’interpretazione (1990), Eco critica le teorie, come il decostruzionismo, che sostengono una libertà interpretativa illimitata. Eco afferma che il testo impone dei confini: non tutte le interpretazioni sono valide, poiché è il testo stesso a orientare e limitare le letture possibili.
“Non possiamo interpretare I promessi sposi come se fosse un romanzo di spionaggio, perché il testo stesso non conferma questa linea interpretativa. Se decidiamo ugualmente di intraprendere questa strada, secondo Eco stiamo usando il testo e non lo stiamo interpretando.” (Stefano Traini. Le basi della semiotica. Strumenti Bompiani)