Il segno linguistico possiede due caratteri primordiali. Il secondo è il carattere lineare del significante.
Saussure affermava che il significante, avendo natura auditiva, si sviluppava esclusivamente nel tempo e assumeva le caratteristiche proprie della dimensione temporale. Secondo lui, esso presentava due tratti fondamentali: da un lato, costituiva un’estensione e, dall’altro, questa estensione poteva essere misurata in una sola direzione, quella lineare. Riteneva che, per quanto questo principio fosse evidente, fosse stato spesso trascurato, probabilmente perché considerato troppo semplice. Tuttavia, sottolineava come fosse in realtà un principio fondamentale, dalle conseguenze immense, la cui importanza era pari a quella della prima legge linguistica, poiché l’intero funzionamento della lingua ne dipendeva.
A differenza dei significanti visivi, come i segnali marittimi, che potevano presentare elementi simultanei su più dimensioni, i significanti acustici, secondo Saussure, si sviluppavano solo lungo la linea temporale: i loro elementi si susseguivano uno dopo l’altro, formando una catena. Faceva inoltre notare che tale caratteristica diventava immediatamente evidente nel momento in cui si cercava di rappresentare questi elementi mediante la scrittura, sostituendo così la successione temporale con una linea spaziale di segni grafici.
Tuttavia, riconosceva che in alcuni casi questa linearità non appariva con chiarezza. Per esempio, quando si accentuava una sillaba, poteva sembrare che si sovrapponessero nello stesso punto diversi elementi significativi. A suo avviso, però, si trattava solo di un’illusione: la sillaba accentata doveva essere considerata un unico atto fonatorio, all’interno del quale non esisteva una vera dualità, ma soltanto opposizioni rispetto agli elementi circostanti.