Nel Corso di Linguistica Generale, Saussure sostiene che per comprendere come la lingua non possa essere altro che un sistema di valori puri, sia sufficiente prendere in esame i due elementi fondamentali che entrano in gioco nel suo funzionamento: le idee e i suoni. Egli afferma che, da un punto di vista psicologico e fatta astrazione dalla loro espressione verbale, “il nostro pensiero non è che una massa amorfa e indistinta”.
Saussure sottolinea come filosofi e linguisti siano sempre stati concordi nel riconoscere che, senza l’aiuto dei segni, l’essere umano sarebbe incapace di distinguere due idee in modo chiaro e costante. A suo avviso, il pensiero — se considerato in sé — appare come una sorta di nebulosa, in cui nulla è necessariamente delimitato. Non esistono idee prestabilite, e nulla è distinto prima dell’apparizione della lingua.
Si chiede quindi se, a fronte di questa indeterminatezza del pensiero, i suoni possano offrire entità già suddivise e circoscritte. La sua risposta è negativa: secondo lui, la sostanza fonica non è né più fissa né più rigida del pensiero. Essa non rappresenta uno stampo a cui il pensiero debba conformarsi, bensì una materia plastica, che si articola anch’essa in unità distinte, pronte a fornire i significanti necessari per l’organizzazione concettuale.
Saussure propone quindi di rappresentarsi l’intero fenomeno linguistico — e cioè la lingua stessa — come una serie di suddivisioni contigue che si proiettano simultaneamente su due piani indefiniti: quello delle idee confuse e quello, altrettanto indeterminato, dei suoni.
Egli afferma che il ruolo caratteristico della lingua nei confronti del pensiero non consiste nel creare un mezzo fisico e materiale per esprimere le idee, bensì nel fungere da intermediario tra pensiero e suono. Questa mediazione avviene in condizioni tali da produrre un’unione che dà luogo a delimitazioni reciproche tra unità. Il pensiero, originariamente caotico, è costretto a definirsi attraverso un processo di decomposizione. A tal proposito, Saussure afferma che “non vi è dunque né materializzazione dei pensieri, né spiritualizzazione dei suoni”, ma piuttosto un fenomeno — in parte misterioso — in cui il “pensiero-suono” implica delle divisioni, e in cui la lingua costruisce le proprie unità nel punto d’incontro tra due masse amorfe.
Per rendere visibile questa dinamica, egli invita a immaginare il contatto tra l’aria e una superficie d’acqua: se la pressione atmosferica varia, la superficie dell’acqua si frastaglia in increspature. Secondo Saussure, proprio queste ondulazioni offrono un’immagine efficace dell’unione — o, per usare le sue parole, dell’accoppiamento — tra il pensiero e la materia fonica.