Nella semiotica interpretativa, l’atto di lettura non consiste in una ricezione passiva del contenuto testuale, ma in un’attività continua di anticipazione e di verifica. Il lettore, mentre procede nella lettura, è costantemente chiamato ad avanzare ipotesi circa il significato della superficie espressiva e circa il possibile sviluppo degli eventi narrati. Interpretare un testo significa dunque…
Verso una semiotica dell’esperienza: oltre il primato della narrazione
Eric Landowski propone un’estensione del campo della semiotica capace di includere a pieno titolo l’esperienza sensibile come oggetto legittimo d’analisi. L’obiettivo non è abbandonare la narrazione, ma riconoscere che essa rappresenta solo uno dei regimi possibili della significazione. All’altro estremo, vi è il regime dell’esperienza, dove il senso non viene interpretato ma vissuto, non è…
Enunciazione e passaggio alle strutture discorsive
Nella teoria greimasiana, l’organizzazione del senso non si esaurisce nelle strutture profonde o nelle dinamiche narrative. Un ruolo decisivo è svolto dall’enunciazione, l’istanza che consente alla semiotica di articolare la generazione del senso in una dimensione discorsiva. Patrizia Magli e Maria Pia Pozzato osservano che, nel percorso generativo, l’enunciazione interviene come un livello di mediazione…
Tensione e categorizzazione: il contributo della semiotica tensiva
L’integrazione della semiotica tensiva nel lavoro sulle categorie consente di cogliere la natura dinamica e continua dei valori semantici. Alain Perusset sottolinea come uno dei contributi più rilevanti della teoria di Claude Zilberberg, sviluppata tra gli anni ’90 e 2000, sia stato quello di mostrare che ogni categoria riflette uno stato tensivo, che si manifesta…
La semiosfera prima della semiosfera: Wallis, Lotman, Hoffmeyer
Quando oggi si parla di semiosfera, il riferimento immediato è Juri Lotman. Eppure, la storia del termine è più complessa. Kalevi Kull mostra come la parola fosse già comparsa in stampa nel 1961, molto prima che il concetto diventasse centrale nella semiotica della cultura. È il polacco Mieczysław Wallis a usarla per descrivere la condizione…
Performatività e creatività incarnata
Il tema della performativity viene articolato da Massimo Leone intrecciando semiotica, scienze cognitive e studi teatrali. La performatività non coincide con la performance: quest’ultima è un atto situato, un evento spettacolare e circoscritto; la performatività, invece, è una capacità cognitiva e corporea che attraversa specie differenti, un potenziale inscritto nei processi di significazione. Nella prospettiva richiamata da Leone (e dai…
La relazione noi/loro come dispositivo emozionale e semiotico
Secondo Jurij Lotman, la distinzione tra “noi” e “loro” all’interno di una comunità culturale non è fondata solo su fattori simbolici, topologici o linguistici, ma anche su dinamiche emozionali profonde. In un passaggio centrale del saggio La semiotica dei concetti di “vergogna” e “paura”, Lotman afferma: “l’identificazione in una comunità di un gruppo organizzato dalla vergogna…
Indeterminazione, disordine ed entropia: l’arte accanto ai saperi scientifici
Nel quadro tracciato da Paolucci, Opera aperta di Umberto Eco mostra come l’arte contemporanea reagisca a una serie di sollecitazioni provenienti da domini che, secondo la cultura dell’epoca, avrebbero dovuto restarle estranei: matematica, biologia, fisica, psicologia, logica. Nell’introduzione alla prima edizione, Eco identifica chiaramente questa costellazione di influenze. L’arte e gli artisti rispondono alla provocazione del “Caso,…
Lettore modello e autore modello nella semiotica interpretativa
Nel processo interpretativo, la semiotica attribuisce grande rilevanza ai ruoli svolti dal lettore e dall’autore, intesi non come persone reali ma come figure testuali. È questa distinzione a rendere possibile comprendere come un testo orienti il proprio destinatario e come, allo stesso tempo, il lettore costruisca un’immagine dell’autore a partire dalle strategie discorsive presenti nella…
Semioticità del percepire: forme, campi e vincoli dell’apprensione
La percezione viene descritta da Bondì e La Mantia come un processo che non si limita a registrare forme sensibili, ma che comporta già una dimensione espressiva e valutativa. Seguendo Merleau-Ponty, gli autori sostengono che ogni forma percepita dipende da condizioni di apprensione che ne delimitano la possibilità di apparire. Ciò implica che la percezione…









